“Parrino non è un violinista diabolico però, senza dubbio, il violino è il suo demone familiare, il suo dáimōn socratico”.

“Parrino non è un violinista diabolico però, senza dubbio, il violino è il suo demone familiare, il suo dáimōn socratico”. Così ha scritto di Francesco il grande letterato e umanitarista argentino Blas Matamoro, sottolineando l’unicità della sua personalità, formatasi in prestigiose accademie e università europee dove ha accompagnato gli studi violinistici con studi musicologici rigorosi e al più alto livello, ottenendo – dopo il Diploma di violino del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e la Laurea Magistrale (Docerend Musicus) della Hogeschool voor de Kunsten di Utrecht – il Master of Music (MMus) in Performance della Royal Academy of Music di Londra (con una tesi su Beethoven, Furtwängler e i risvolti umanistici e umanitari della Sinfonia “Pastorale”) e il Doctor of Philosophy (PhD) del Royal Holloway, University of London (con una tesi di ricerca sull’estetica e la politica di Alfredo Casella). Come strumentista ha studiato con importanti violinisti e didatti (Norbert Brainin, Howard Davis, Maurice Hasson, Lewis Kaplan, Eeva Koskinen, Siegmund Nissel, Igor Oistrakh, Viktor Pikaizen, Corrado Romano, Kati Sebestyén, Keiko Wataya e Dénes Zsigmondy) ma i pedagoghi che hanno esercitato la più grande influenza su di lui sono stati David Takeno (membro fondatore del leggendario Quartetto di Tokyo e titolare della “Eugène Ysaÿe International Chair of Violin” alla Guildhall School of Music and Drama di Londra)e Yfrah Neaman (importante esponente della scuola violinistica franco-belga e uno dei migliori allievi di Jacques Thibaud, Carl Flesch e Max Rostal), che ha scritto: “Sono stato immediatamente colpito dalla sua intelligenza, maturità musicale, profonda comprensione della musica e dall’alta qualità interpretativa. Ha una completa conoscenza dei principi dell’esecuzione violinistica ed è capace di comunicare ai suoi ascoltatori il carattere e lo stile specifico della musica. Trovo Francesco uno dei più interessanti e stimolanti studenti che ho avuto, ed ho grande ammirazione per le sue qualità”.

La carriera solistica e cameristica (è membro fondatore del Trio Albatros Ensemble nonché violinista del Quartetto Viotti) lo ha portato a esibirsi in importanti sale da concerto in Austria, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Equador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Indonesia, Italia, Myanmar, Norvegia, Perù, Portogallo, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Turchia, suonando da solista con varie orchestre sinfoniche e da camera (Orchestra Accademica della Filarmonica di San Pietroburgo, Orchestra da camera di Aarad, Bellagio Festival Orchestra, Orchestra “Gli armonici”, Orchestra “Bartolomeo Bruni”, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra da camera di Kosice, Orchestra da camera Stesichoros, Orchestra della Provincia di Catanzaro “La Grecìa”, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Sinfonica Siciliana).

Come ricercatore ha scritto vari articoli per periodici americani, austriaci e italiani e ha presentato relazioni a conferenze internazionali organizzate dalle Università di Cambridge, Londra, Oxford, Strasburgo e York nonché ad Indianapolis per l’American Musicological Society e al Festival della Scienza di Genova. Nel corso degli anni, le sue attività di ricerca hanno ricevuto l’apprezzamento di eminenti musicologi quali Ben Earle, Amanda Glauert, Erik Levi, Luca Marconi, Roger Parker, Pierluigi Petrobelli e Richard Taruskin.

Suona su quattro bei violini: un Gaetano Gadda (circa 1930), un Giacomo & Leandro Bisiach (1962), un Giuseppe Leone (2017) e un Giuseppe & Antonio Gagliano (circa 1790-1805) generosamente prestato dagli eredi del grande direttore Gino Marinuzzi. Possiede due preziosi archetti creati per lui da Benoit Rolland e un Eugène Sartory del 1930 donatogli da un anonimo ammiratore.

Il “dáimōn socratico” rende Francesco un’anima perennemente alla ricerca di nuovi territori inesplorati, sia dal punto di vista dei repertori musicali che per quanto riguarda gli approcci filosofici e metodologici al violino e alla sua didattica. Pertanto Francesco è un convinto sostenitore della musica moderna e contemporanea (ha curato prime esecuzioni di lavori di Marco Betta, Paolo Furlani, Ennio Morricone ed Erwin Schulhoff) e la sua discografia presenta una nutrita serie di prime registrazioni mondiali – più volte elogiate dai più importanti critici e storici del violino (Alberto Cantù, Jean-Michel Molkhou, Robin Stowell ecc.) e premiate dalla stampa specializzata (Diapason, Gramophone, Musica, Ritmo, The Strad ecc.) – di opere di obliate figure del Classicismo come Giuseppe Maria Cambini, Bartolomeo Campagnoli e Giovan Battista Viotti, compositori-virtuosi ottocenteschi come Alessandro Rolla, Louis Spohr e Henri Vieuxtemps, autori del modernismo novecentesco come Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Giorgio Gaslini, Giorgio Federico Ghedini, Aleksandr Fyodorovich Goedicke, Gian Francesco Malipiero e Leo Ornstein, voci della musica contemporanea come Giorgio Colombo Taccani, Ivan Fedele e Flavio Emilio Scogna, nonché incisioni di lavori raramente eseguiti di Aldo Clementi, Franco Donatoni, Nino Rota e Bohuslav Martinů (tutto pubblicato da Brilliant Classics e Stradivarius). Affianco all’attività di docenza presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, Francesco profonde energie nella direzione artistica de LeAltreNote Valtellina Festival e Masterclass ( www.lealtrenote.org), progetto che mira a presentare al pubblico percorsi musicali-culturali tanto interessanti quanto poco o punto battuti e intende offrire ai giovani musicisti innovativi approcci didattici nonché un prestigioso palcoscenico su cui esibirsi.

I suoi prossimi impegni includono apparizioni solistiche con i Solisti di Sofia alle Settimane Musicali di Sofia (concerti di Telemann, Holst e Gubaidulina) e con l’Orchestra Sinfonica Rossini (concerto di Martinů), diverse produzioni discografiche per Brilliant Classics, recital solistici e cameristici in Italia e all’estero nonché l’avvio di un ambizioso progetto di ricerca in collaborazione con i colleghi strumentisti e didatti Anna Maria Bordin (pianoforte) e Stefano Parrino (flauto).